26/04/2024
Le Riflessioni dei Confratelli
by tanguska
Diario di Bordo 2018 - Frammenti di un viaggio circolare
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“L'accoglienza migliore? Il sorriso. La miglior medicina? L'ottimismo. La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto”
Quest’anno voglio utilizzare, come incipit del mio consueto diario di bordo, questa frase di Madre Teresa di Calcutta.

Perché non c’è accoglienza migliore di quella che ci riserva la nostra comunità al rientro dal peregrinare del Venerdì Santo, non esiste medicina migliore per lo spirito che, a volte, in noi essere umani barcolla, che l’ottimismo per rianimarlo e non esiste migliore soddisfazione di quando sai che una cosa che ti sta particolarmente a cuore l’hai fatta al massimo delle tue possibilità.

Abbiamo vissuto ancora una volta la passione e la morte di Gesù Cristo, abbiamo rinnovato di nuovo il nostro umile contributo nella preghiera cantata dinanzi dell’Altare della Reposizione ad uso del rituale delle Confraternite del Cilento.

E’ stata una giornata di arrivederci, di addii e di ritorni.
L’arrivederci alla Confraternita del nostro Confratello Ciccio Della Pepa che, ovviamente, resterà un nostro membro in aeternum e che il nostro Priore ha salutato nella Chiesa di Montecorice ricordando il suo attaccamento per oltre 60 anni alla nostra mozzetta rosso porpora ed il suo commovente commiato da essa al momento della consegna della sua divisa di Assistente al Priore ed il ritorno di Lele Meola che, dopo un anno sabbatico di riflessione, si è collocato nuovamente, nel posto che gli compete, all'interno del coro.
E l’addio del nostro ex Confratello Biagio Funicello che è venuto a mancare negli scorsi mesi e che abbiamo provveduto, a suo tempo, ad accompagnare in divisa nel suo ultimo viaggio su questa Terra stringendoci ai suoi due figli Franco e Luciano che pure fanno parte attivamente da sempre della nostra Confraternita ed a cui rinnoviamo le nostre condoglianze.

Ma è stato anche il giorno in cui Claudio Volpe è stato nominato Assistente al Priore e solo chi conosce la sua storia ed il suo attaccamento al paese, può comprendere il suo stato d’animo.
E’ stato il giorno in cui il confratello Ivan Mileo ha vinto la sua ritrosia a mettersi in mostra, ed ha accettato la nomina a mazziere pur restando comunque un po’ defilato per non esporsi troppo durante le visite.

Per finire, come non evidenziare il gruppone di giovani e giovanissimi che, ogni anno, onorano la nostra divisa sempre con compostezza. Ci farebbe piacere avere con noi anche qualche genitore in più ad accompagnare i bambini, perché credo non ci sia cosa più bella che condividere queste esperienze con i propri cari e sarebbe bello che un po’ dell’entusiasmo che ho visto nei più piccoli contagiasse anche noi adulti in futuro.
Grazie a Domenico Della Pepa che ha preso il testimone da Raffaele Meola, che per il momento ha deciso di recidere il cordone ombelicale con la Confraternita, nella lettura della preghiera introduttiva che ha eseguito insieme a Giulio Piccirilli, superando anche un po’ di naturale imbarazzo.

Per motivi logistici e di orari di rientro, il giro quest’anno è stato un po’ frazionato e modificato.
La prima tappa è stata Acciaroli, dove abbiamo avuto il piacere di incontrare lo staff del prof. Antropologo Aldo Colucciello che ci ha poi seguito fino a Pollica per riprenderci ed ascoltarci.
Non abbiamo potuto visitare la Chiesa di Cannicchio che era chiusa per lavori di ristrutturazione.
Da Pollica a Celso in cui abbiamo incontrato la Confraternita di Fornelli con la quale esiste da sempre un rapporto di grande stima ed affetto reciproci ed è stata l’occasione per abbracciarci, salutarci e scambiarci gli auguri di Pasqua.
In queste tre Chiese abbiamo incontrato pochissime persone, forse anche a causa dell’orario, ma non sono mancati i cosiddetti “Complimenti”, persino ad Acciaroli che, ormai da qualche anno, si distingueva come la pecora nera da questo punto di vista e che invece ha capito quanto sia moderno mantenere le proprie tradizioni e rinnovarle.

Dopo Celso, la tradizionale sosta per rifocillare un po’ il corpo, oltre che lo spirito, a base dei canonici panini con frittata di asparagi ed acqua per rinfrescare l’ugola.

Quindi di nuovo in viaggio per raggiungere Agnone che, come ci faceva notare l’amica Tilde, per la prima volta ci vedeva arrivare in pieno giorno ma, tra orari concordati con il nostro Parroco per il rientro e difficoltà logistiche legate ai lavori di ristrutturazione della Chiesa di Agnone, al fine di non arrivare dopo l’orario fissato dal loro Parroco per le funzioni religiose, abbiamo pensato che fosse la soluzione migliore.
E’ stato qui che i cantori Lele e Peppino si sono uniti a noi, insieme ad altri ragazzi che per motivi lavorativi non erano potuti essere con noi alla partenza, è stato qui che, per la prima volta, ho cantato, si fa per dire, dinanzi a mio figlio Mimmo con la voce rotta dall’emozione e con lo sguardo fisso su di lui che mi guardava perplesso.
Grazie Signore per tutto questo.

Il percorso prevedeva, subito dopo, la visita dell’Altare della Reposizione di Serramezzana ma il nostro autista ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per raggiungerla ed allora abbiamo deciso di visitare Perdifumo che, ovviamente, depenneremo dal giro del prossimo anno aggiungendo magari Prignano Cilento che ci ha onorato quest’anno per la prima volta della sua visita.
Occorre sottolineare quanto già evidenziato in passato e cioè la grande acustica della Chiesa di Perdifumo in cui davvero il canto sembra librarsi nell’aria ed avvolgere tutti i presenti.

Dopodiché, siamo ritornati nel nostro territorio, fermandoci nella Chiesa Madre che conserva sempre intatto il suo fascino antico, nonostante i lavori di ristrutturazione eseguiti, come al solito, con sufficienza e carenza di fondi dalla Soprintendenza negli scorsi anni, che hanno irreparabilmente danneggiato tutto il materiale iconografico che esisteva. Ma questo è un altro discorso.
Mi corre l’obbligo di una riflessione amara, Nelle Chiese del Comune di Montecorice che abbiamo visitato abbiamo trovato pochissima gente, tranne nella Chiesa Madre.
E’ il segno non certo di un disinteresse verso le Confraternite da parte della popolazione, ma di uno spopolamento che è in atto da decenni e che non accenna purtroppo a fermarsi.
A Fornelli, che abbiamo raggiunto a piedi direttamente dalla Socia, come si faceva una volta, non poteva mancare l’alzata con Compa Ndino, tradizionale appuntamento nel vicolo che costeggia la strada principale diradando verso il centro storico con la gente che dall’alto ci osservava.
Prima, in Chiesa, come avevamo promesso, il nostro Priore, con grande commozione, aveva preso la parola dall’altare chiedendo di sospendere la funzione per ricordare un confratello storico di Fornelli ed apprezzato cantore in tutto il Cilento, come Giuseppe Landulfo che, circa un anno fa, lasciava questa terra.
A lui abbiamo dedicato la canzone che tanto amava “Sotto il pietoso manto. Accoglici o Maria. O dolce madre mia. Non ti scordar di me” affidata alla voce di Annibale Catania accompagnato da 4 bassi.
Inutile raccontarvi del velo di tristezza e di commozione che è sceso tra gli scranni in cui era seduta, peraltro, la moglie del compianto Peppo e la nipote.

Quest’anno purtroppo, per mancanza di tempo ed al fine di non arrivare alla base oltre l’orario concordato con il Parroco, non abbiamo potuto visitare il Cimitero Comunale.
E’ una cosa che ci rattrista molto perché, sin da quando abbiamo inaugurato questo momento di raccoglimento, diversi anni fa, in onore dei Confratelli di tutte le Confraternite che non ci sono più, abbiamo pensato che fosse un atto dovuto.
Siamo però rinfrancati dal sapere che anche altre Confraternite hanno preso questa buona abitudine che ci auguriamo venga seguita da tutte le altre e crediamo che i nostri defunti saranno stati comunque felici di non essere stati dimenticati in questo giorno così importante indipendentemente da chi abbia cantato per loro.

Permettetemi poi di parlarvi di regole di comportamento non scritte che da sempre regolano i rapporti tra le varie Confraternite in occasione delle visite ai Sepolcri.
Giunti ad Agnone, mentre eravamo incolonnati e ci accingevamo alla vista dell’Altare della Reposizione, allestito all’interno della scuola dell’infanzia, a causa dei lavori di rifacimento della Chiesa, una Confraternita, che ci dicono abbia poco esperienza perché di fresca rifondazione, ci ha superato con il Pullmann facendo letteralmente una corsa per entrare prima di noi.
Alla sua uscita, ovviamente, abbiamo salutato come facciamo sempre con tutti, ma, per spiegarvi cosa sia la netiquette, vi raccontiamo cosa significa avere rispetto degli altri e consapevolezza del proprio ruolo.
Essendoci accorti, durante la visita del Sepolcro ad Agnone mentre ci apprestavamo a fare l’adorazione, che fuori era in attesa la Confraternita di Serramezzana, abbiamo deciso di concludere prima la nostra funzione non cantando, per esempio, il canto della Madonna o lo Stabat Mater che pure sappiamo quanto siano apprezzati dalla comunità degli amici agnonesi.
Ciò unicamente per un atto di gentilezza, non codificato ma impresso nella storia dei riti del Cilento antico, nei confronti di un’altra Confraternita che pure deve rispettare evidentemente dei tempi di rientro nella speranza che poi la stessa ricambi la gentilezza se dovesse accadere il contrario e finora devo dire che si è sempre rispettata questa consuetudine.

Per concludere e chiudere questa anche sgradevole parentesi, cerchiamo sempre tutti di ricordare che il Venerdì Santo non è un far west in cui si vince qualcosa sparando più velocemente o alzando di più la voce come in un saloon, non è una gara, peraltro, non è una mera esibizione folkloristica.
Esprimiamo forte disapprovazione per quei gesti di intolleranza e di protervia a cui abbiamo assistito, nostro malgrado, nella giornata di ieri, soprattutto perché denotano assoluta mancanza di sensibilità verso ciò che stiamo facendo e mancanza di rispetto per quel Cristo sulla Croce.

Tornando a noi, quest’anno la nostra ultima tappa, prima di rientrare a Montecorice, è stata la Chiesa di Ortodonico, in cui siamo arrivati proprio mentre la Confraternita di Agnone finiva la sua visita e prima di entrare abbiamo scambiato con tanti di loro gli auguri di una felice Pasqua con grande affetto ed amicizia e la stessa cosa abbiamo fatto all'uscita quando ci siamo salutati con affetto anche con gli amici della stessa Confraternita di Ortodonico che si apprestava a visitare la propria Chiesa.
Ad Ortodonico abbiamo rispolverato il nostro noto canto “Già condannato il figlio” eseguito a due voci da Gianlorenzo e Vincenzino accompagnati da un coro composto da ben 11 componenti che gli amici di Ortodonico, negli anni scorsi, più volte ci avevano richiesto.
Ringraziamo, come sempre, l’amica Alessandra Maffia che, al termine di ogni funzione, regala parole di conforto e di gratitudine a tutte le Confraternite e, come già suggerito lo scorso anno, sarebbe buona cosa che tutti noi altri ci organizzassimo per dire due parole a chi viene in visita presso la nostra Chiesa, per ristorare, oltre che il loro stomaco con i noti “complimenti” anche i loro animi dalla fatica augurando una felice Pasqua e resurrezione di Cristo.

Poi tutti di corsa a Montecorice, per rientrare in quell’orario concordato con Don Olgierd e che, purtroppo, non siamo riusciti a rispettare puntualmente nonostante tutto l’impegno.
Chiediamo scusa a lui ed a tutta la Comunità che ogni anno è sempre più numerosa.

Non c’era lo spazio per uno spillo tra gli scranni, non volava una mosca nel piazzale antistante, la gente era costipata fino sulla soglia della scala di ingresso.
Il Sepolcro addobbato sapientemente, come ogni anno, di bianco e di rosso, la Pietà sull’Altare imponente a mostrare la sofferenza della Madre che piange sul corpo di Cristo, non possono lasciare indifferenti e non far venire i brividi ad ogni Credente.
Una funzione lunghissima, perché tanto attesa dai nostri cari intervallata dal discorso del Priore che ha voluto ringraziare tutti ancora una volta, chiedere a Don Olgierd di avere pazienza con noi Confratelli e di comportarsi come quel pastore che lasciò il gregge per inseguire la pecorella smarrita e riportarla all’ovile.
Siamo coscienti delle nostre carenze come Cristiani ed il priore si è impegnato, a nome di tutti, a cercare di essere maggiormente presenti nella vita spirituale della parrocchia concludendo il suo intervento con un’esortazione ad Annibale e Gianlorenzo ad intonare l’ultimo canto.

“Ed io che parto intanto”, cantata dal caro Peppino Cera, non poteva avere che il giusto epilogo con Pierluigi Volpe che, letteralmente veniva invitato tra i presenti ad avvicinarsi e cantare insieme ai suoi figli Pietro e Nicola perché sapevamo quanto questa cosa gli avrebbe procurato piacere.
La vita è fatta di momenti, di attimi che poi si perdono nella memoria, alcuni restano impressi e costituiscono il nostro bagaglio culturale ed emozionale.
Ecco, questo momento lo ricorderò senza dubbio per tantissimo tempo, perché l’emozione non traspariva solo dalla voce rotta e tremolante ma anche dall’afflato che pulsava in questa scena tra tutti i presenti.

Poi, il tempo di sistemare la Croce e le insegne delle diverse cariche nei pressi dell’Altare della Confraternita, sotto al quadro del noto pittore Matteo Cilento, in cui è collocata la nostra antica pergamena del 1589 che attesta la fondazione della stessa prima della storica Battaglia di Lepanto del 1571, e tutti fuori, a scambiarsi abbracci e saluti, ad incontrare gli amici che sono rientrati alla base per la settimana Santa e che non vedi da tempo, a stringere mani ed a ricevere pacche sulla spalla, una scena comune in tutto il Cilento antico perché, di quel movimento circolare di cui si compone il rito del Venerdì di Pasqua, fanno parte anche queste cose che si ripetono anno dopo anno e che delineano, con il passare degli anni, la nostra identità.

Per concludere, faccio gli auguri più sinceri a tutti i 55 Confratelli che ieri, chi prima, chi dopo, hanno partecipato alle funzioni, ovviamente anche a coloro che non c'erano, per motivi diversi, ed a tutti i loro cari di una serena Pasqua.
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Pubblicato in data 31/03/2018 - Ultimo aggiornamento 31/03/2018
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