26/04/2024
Le Riflessioni dei Confratelli
by vicenzino
VENERDI’ SANTO 2016 – il giorno dopo
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Il nostro Segretario, come sempre, è stato tempestivo nel raccontare il venerdì santo, questa volta, visto dalla parte dei confratelli, scovando gli aspetti e i riti più intimi di ciascuno – dal più giovane al più anziano – evidenziando il realismo di comportamenti che possono apparire superficiali, ma che denotano attaccamento alla confraternita e al paese.

Tralasciando gli aspetti critici, puntualmente sottolineati, tutti gli anni, da alcuni perfezionisti - che non potranno mai essere eliminati (il ritardo alla partenza, la confusione al momento di mettersi in fila per l’ingresso in chiesa o al momento del (raro) “complimento", perché connaturati alla confraternita stessa e perché non siamo militari - vorrei soffermarmi su ciò che di positivo mi è parso di intravedere.

In primo luogo, ho colto un rinnovato entusiasmo ed interesse tra le confraternite dei paesi limitrofi, formate (tranne qualcuna) da un numero maggiore di confratelli rispetto agli anni passati.
Ho colto lo stesso entusiasmo tra le file della nostra confraternita, formata, per la gran parte, da giovani e giovanissimi, ai quali va il mio più caloroso benvenuto. La partecipazione di alcuni giovanissimi è un segnale di interesse e di attaccamento alla tradizione che si rinnova nei secoli, nonostante episodi esterni, spiacevoli, che tentano (invano) di minare le fondamenta della tradizione stessa.

Mi riferisco al parroco di Camella che non ha permesso la visita, perché imminente era l’inizio della funzione del venerdì santo, indifferente ai sessanta confratelli, venuti da lontano, fermi davanti alla chiesa, che chiedevano solo di fare un brevissima visita all’Altare della reposizione. Altra sensibilità mostrava il frate di Cannicchio, che accoglieva, a tutte le ore e a braccia aperte, le confraternite in pellegrinaggio, riservando a ciascuna un messaggio augurale di pace e di serenità ! Non aggiungo altro sul punto, perché già altre volte si è discusso dell’argomento senza – è la mia opinione personale - ritenere convincente ed esaustiva, quale giustificazione, il rigido rispetto di orari per le funzioni religiose, quasi che la visita delle confraternite fosse una sorta di allegra manifestazione folkloristica e non un momento di preghiera e di riflessione. Ma, tant’è.

L’entusiasmo per i nuovi confratelli non viene scalfito da un formalismo meramente strumentale di una parte del clero locale che si pone in modo critico nei confronti delle confraternite.

La confraternita di Montecorice – per entrare nei particolari - ha margini di miglioramento sia nel canto che nell’organizzazione. Non è sufficiente evitare stonature (non se ne sono sentite), ma occorre cantare con espressione, sincronizzando gli interventi dei bassi e riproponendo sempre lo stesso “motivo“ dei nostri antenati (senza farsi influenzare da cadenze o motivi ascoltati altrove).

Sappiamo tutti che chi canta prega due volte; è necessario, tuttavia, modulare il volume in relazione ai contenuti delle diverse canzoni. E’ importante, inoltre, dare spazio ad altri ragazzi che vorrebbero proporsi nel canto, ma che si fanno prendere dall’emozione (per garantire un ricambio generazionale).
Infine, bisogna preparare soluzioni alternative onde evitare di trovarci impreparati, come è accaduto quest’anno, a causa della mancata proposizione ”per guasto tecnico “ del canto “già condannato il figlio “, atteso in alcune chiese del comune.

Per ciò che riguarda, invece, l’organizzazione, è indispensabile – discutendone nella prossima riunione - mettere mano al “giro“ e renderlo realistico, in modo da rientrare a Montecorice (visitando anche il cimitero) non oltre la mezzanotte.

Mi piace ricordare, da ultimo, perché mi ha commosso, l’incontro con la confraternita di Agnone sul lungomare di Agnone: ho osservato da lontano il saluto delle croci, il deflusso della nostra confraternita tra i confratelli di Agnone schierati – cosa che, a parti invertite, aveva fatto la nostra congrega in due occasioni lo stesso giorno – il saluto, gli auguri di Buona Pasqua tra amici confratelli, anche solo con un gesto della mano, e ne sono rimasto piacevolmente colpito.
Il rientro nella chiesa di Montecorice, fuori tempo massimo, stanchi e frastornati, mentre i più piccoli confratelli cercano lo sguardo della mamma o del papà che, felici ,tentano di farsi riconoscere tra la folla ha chiuso la giornata.

Questa è la confraternita SS. Rosario di Montecorice.
Tutto è compiuto!

Un caro saluto a tutti i confratelli.

Il Priore
Cera Vincenzo
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Pubblicato in data 04/04/2016 - Ultimo aggiornamento 04/04/2016
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